DIALOGO1

Deborah Martino, Alessandro Manfrin

Alessandro Manfrin
13–05 (15:39)
AM
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13–05 (15:39)
Deborah Martino
15–05 (8:47)
DM
Caro A, spero di trovarti bene, di oggi ti voglio lasciare un pensiero in risposta al tuo. Guardare al corpo come luogo, di tutti i luoghi possibili, rovina da riabitare, luogo di abitazione per nuove esistenze, involucro mutaforme. Ti lascio anche i pensieri del caro Foucault, nel saggio “Il corpo. Luogo di utopia” , come un filo di questo cammino di relazione. Fammi sapere cosa ne pensi quando lo hai letto. Un saluto di Luce, D.
15–05 (8:47)
Alessandro Manfrin
24–05 (16:44)
AM
Deborah! Perdonami il ritardo nel risponderti, ho letto con attenzione le parole di Foucault. Noto che nelle immagini che scatto durante i miei vagabondaggi cittadini il corpo umano è quasi sempre assente. Non credo sia una scelta voluta. È più una conseguenza. I volumi di queste città si propongono come pronti ad accogliere ma sempre più spesso si ritrovano svuotati. Le architetture disegnano spazi assenti, negativi, sculture vuote.
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24–05 (16:44)
Deborah Martino
31–05 (12:25)
DM
Carissimo A, mi sembra che questo dialogo, sia tra corpo e città, sempre di più. Credo che mentalmente ci troviamo in due punti con coordinate opposte, ma collegate da liquido fertile. In risposta ti mando un pezzo tratto da “Venezia salva” di Simone Weil, tradotto da Cristina Campo: “NON C’È ALBA DOVE IO VADO, NÉ CITTÀ.”
da venezia salva, simone weil
31–05 (12:25)
Deborah Martino
02–06 (13:08)
DM
Carissimo A, mi hai fatto pensare che a differenza tua, ricerco sempre la presenza dei corpi nei luoghi, e non solo di quelli umani. Ricordo di quando da piccola ero in cerca delle fate, ed oggi ancora, ogni tanto le intravedo, arrivano a proteggere. Mi faceva piacere renderti parte di questa mia ricerca ossessivi dei corpi altri da me. Con affetto, D.
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02–06 (13:08)
Alessandro Manfrin
14–06 (19:14)
AM
Lago ex SNIA - Viscosa. Rovina tra le rovine di Roma. Specchio d’acqua accidentale, monumento naturale.
14–06 (19:14)